Silvia si è laureata con una tesi sulla tratta di esseri umani. In Kenya si occupava di progetti per il sostegno all’infanzia, collaborava con una struttura d’accoglienza per bambini orfani, per il loro diritto all’assistenza sanitaria e scolastica.
Oggi Silvia Romano è libera, dopo 536 giorni di prigionia. E’ libera di vivere la sua vita come desidera, stare con la sua famiglia. E’ libera di vestirsi come vuole, è libera di credere in qualsiasi religione.
Molti giornalisti, politici e cittadini italiani avrebbero voluto che finisse come Giulio Regeni? Non avrebbero voluto la libertà del proprio figlio? Sono gli stessi che non provano indignazione quando l’Italia vende armi alla Monarchia assoluta islamica (Arabia Saudita).
Chi, con parole vergognose, sta attaccando Silvia non è libero, come non sono liberi i carnefici della volontaria italiana.
Silvia rappresenta tutti i giovani italiani che in questo momento sono impegnati in attività umanitarie, in Italia e all’estero. Sono ragazzi e ragazze che credono nella possibilità di migliorare la società in cui viviamo. Di questi giovani si parla solo quando avvengo fatti di cronaca nera. Si impegnano e scelgono, per un periodo più o meno breve, di dare un proprio contributo a questo mondo colmo di disuguaglianze e ingiustizie. Scelgono di stare vicino alle persone economicamente più povere del pianeta. Scelgono di essere liberi. Grazie a tutti voi.
Si sopravvive di ciò che si riceve ma si vive di ciò che si dona
Silvia Romano
di Vociintransito