Un problema endemico peggiorato dal Covid-19 e dai cambiamenti climatici.
La fame colpisce un numero crescente di persone: secondo il rapporto annuale del 2018 redatto dalla FAO e da diverse agenzie delle Nazioni Unite, negli ultimi 5 anni decine di milioni di individui in tutto il mondo sono passati nelle fila dei sottoalimentati cronici e molti paesi sono alle prese con molteplici forme di malnutrizione.
Nel 2019 quasi 690 milioni di abitanti del pianeta hanno sofferto la fame: un numero superiore di 10 milioni di unità rispetto all’anno precedente e di quasi 60 milioni in più rispetto a cinque anni fa.
A questi si aggiungono le tantissime persone che, a causa dell’aumento nei costi dei beni alimentari e della scarsa disponibilità di mezzi economici, non hanno accesso a una dieta sana o nutriente. In totale, sono circa 2 miliardi, nel mondo, le persone che affrontano livelli moderati o gravi di insicurezza alimentare.
Il rapporto ONU sulla sicurezza alimentare “The State of Food Security and Nutrition in the World 2020” lancia anche un allarme relativo alla pandemia di COVID-19, prevedendo che alla fine dell’anno 2020 altri 130 milioni di abitanti del pianeta cadranno nella morsa della malnutrizione cronica per le conseguenze e ricadute dell’emergenza coronavirus, che come è noto ha allargato le disuguaglianze sociali in tutto il mondo.
I cambiamenti climatici stanno già minando la produzione di importanti colture come grano, riso e mais nelle regioni tropicali e temperate e, senza costruire resilienza climatica, si prevede che la situazione peggiorerà con l’aumentare delle temperature.
Le analisi del rapporto mostrano che la prevalenza e il numero di persone sotto-nutrite tendono ad essere più elevati nei paesi altamente esposti agli eventi climatici estremi.
La sotto-nutrizione è ancora più alta quando l’esposizione ad eventi climatici estremi si unisce ad un’alta percentuale della popolazione che dipende da sistemi agricoli altamente sensibili alle precipitazioni e alla variabilità delle temperature.
Il danno alla produzione agricola contribuisce a ridurre la disponibilità di cibo, con effetti a catena che causano aumenti dei prezzi alimentari e perdite di reddito che riducono l’accesso delle persone al cibo.
Si prevede che in un mondo più caldo di 2°C, 189 milioni di persone potrebbero essere soggetti a livelli maggiori di vulnerabilità all’insicurezza alimentare rispetto a quelli attuali.
Il problema dei cambiamenti climatici colpisce in maniera prepotente alcuni paesi e continenti in particolare, ma nessuno è risparmiato.
L’Africa è devastata da deforestazione, agricoltura intensiva, pascolo eccessivo e attività minerarie. Non molto diversa la situazione dell’Asia con praterie degradate, e l’80% dei suoi fiumi sono i più inquinati del mondo dai rifiuti plastici.
Gli Stati Uniti e l’Europa conosceranno e già tristemente succede che ci siano, potenti episodi di caldo torrido, eventi meteorologici estremi, pandemie (dengue oltre coronavirus) , e innalzamento del livello del mare.
In Europa molti nutrivano speranza nell’Accordo di Parigi, ma dalla sua approvazione nel 2015, i livelli di gas serra sono aumentati in quasi tutti i paesi firmatari.
Se non si inizia ad agire sui sistemi produttivi, modificando alla base le logiche del mercato finanziario ed economico entro il 2030 metà del mondo sarà inabitabile, e completamente nel 2050.
Con questa intensità ci stiamo scrivendo la nostra fine come umanità.
La Terra sta già affrontando la sua sesta estinzione di massa: secondo gli scienziati l’estinzione di specie si è centuplicata dal 1900 in poi. Durante l’ultimo secolo il tasso di estinzione è accelerato in maniera impressionante (le cifre parlano della scomparsa di almeno 1.000 specie all’anno).
Anche senza dati e tabelle è facile comprendere che è necessario ridurre l’inquinamento e il nostro impatto sulla Terra, e che, esiste un legame indissolubile e di causa-effetto tra gli elementi in gioco,
Il benessere ambientale dovrebbe rappresentare un punto primario delle politiche degli Stati, da quello dipende anche la nostra sicurezza alimentare e non solo, abbiamo un bisogno profondo di ritrovare un equilibrio con la Natura, perchè rappresenta la nostra casa, e nessuno vorrebbe vivere in una discarica munita di un tetto con il frigo vuoto.
Scritto da AC