Nel nostro paese i reati d’odio e di discriminazione sono aumentati negli ultimi anni, in particolare grazie anche ai social dove le raffiche di insulti e oscenità vengono indirizzate anche su categorie come Donne ed Ebrei.
Concentrandoci sulla discriminazione di sesso, al momento attuale in Italia, al Senato, è stata calendarizzata l’approvazione del disegno di legge contro l’omotransfobia.
Vediamo cosa prevede:
- Inserimento di modifiche all’articolo 604-bis del Codice Penale sui reati legati alla discriminazione religiosa e razziale e del 604-ter che riguarda le circostanze aggravanti per i medesimi scopi del 604-bis.
Sono già previste leggi e pene per chi compie atti discriminatori e guidati dall’odio in Italia ma il nuovo ddl Zan aggiunge ai motivi di razza, religione, etnia anche quelli sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità.
- L’istituzione della Giornata nazionale contro le discriminazioni determinate dall’orientamento omosessuale, bisessuale o dall’identità di genere, il 17 maggio.
- L’istituzione del OSCAD l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori, che assicura lo svolgimento di una rilevazione statistica con cadenza triennale con misurazione anche delle opinioni, delle discriminazioni e le violenze subite, oltre individuare le caratteristiche dei soggetti più esposti al rischio, secondo i quesiti contenuti partendo dall’Indagine sulle discriminazioni condotta dall’Istituto nazionale di statistica.
Noi di Voci in Transito ci uniamo ad associazioni, giornali, enti e persone che sostengono questa legge, essa è necessaria per proteggere le libertà individuali di ogni cittadino. Questo fà un paese che si definisce democratico, tutela i Diritti Umani e la libertà di espressione di tutti, nessuno escluso. Sono centinaia, le parti, che chiedono a gran voce, l’approvazione di questa legge. In questa giornata non possiamo che appellarci al buonsenso del Governo in carica. Questa classe politica ha la possibilità Ora, di fare un piccolo salto di civiltà.
I volontari di Voci in Transito