Sosteniamo la raccolta firme per mettere fine al massacro di animali.
Il consumo di carne e la filiera che c’è dietro, sono crimini ambientali che non possono più essere ignorati.
Infatti le carni bovine, di maiale e il pollame, tutte e tre vengono prodotte attraverso l’allevamento intensivo, anche se vanno distinte per l’entità e per il tipo di impatto ambientale derivante dalla loro produzione. Le carni bovine sono infatti di gran lunga le più inquinanti: ogni chilo di carne di manzo prodotta corrisponde in termini di effetto serra all’emissione di 60 kg di CO2 nell’atmosfera. Il grosso delle emissioni sono causate dal metano derivante dal processo digestivo dei bovini e dall’impatto della deforestazione per fare spazio alle coltivazioni da cui si ricavano foraggio e mangimi.
Il 77% delle coltivazioni agricole nel mondo è infatti destinato alla produzione di carne e prodotti caseari. Per ottenere tutto questo suolo coltivabile si ricorre spesso al disboscamento: tra le aree più colpite dalla deforestazione dovuta alla produzione di carne c’è sicuramente la foresta amazzonica brasiliana, dove secondo il Guardian vengono abbattuti ogni anno tra i 280 e i 320 chilometri quadrati di foresta per fare spazio alle coltivazioni che sfamano il bestiame. Molta della carne prodotta in Brasile si trova anche nei nostri supermercati, le imprese italiane acquistano ogni anno 27.000 tonnellate di carne dal mercato brasiliano per farle poi stagionare qui in Italia.
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